Il tutoraggio con alunno in situazione di handicap: validità, efficacia e problematiche

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Con questo articolo si vuole affrontare una tematica meno giuridica e più didattica: il cosiddetto sistema del tutoring, o tutoraggio.

Cos’è il tutoraggio

Il tutoraggio rappresenta la tecnica didattica dell’affiancamento ad un alunno in situazione di difficoltà di apprendimento con un altro invece che, dotato della necessaria esperienza e sensibilità, è in grado di insegnare, o meglio di far acquisire le relative competenze, usando tecniche e metodi meno formali, e magari anche un linguaggio meno sacramentale di quello che, invece, userebbe l’insegnante vero e proprio coi propri alunni.

L’efficacia del metodo

In tema di insegnante di sostegno, ci si chiede se questa tecnica di apprendimento possa avere una qualche reale efficacia anche con gli alunni in situazione di handicap, data la loro specificità e particolarità, anche per quanto riguarda la loro didattica più specifica.

Innanzitutto il primo problema da affrontare è quello di individuare il “tutor”, perché è chiaro che qualsiasi alunno, per quanto bravo e sensibile sia, non può certo affiancare un ragazzo disabile così a cuor leggero e senza un minimo di preparazione preliminare; di conseguenza l’insegnante di sostegno che voglia tentare questa tecnica deve prima individuare il possibile o i possibili tutor e poi, previo loro consenso, prepararli almeno ad un livello base con delle informazioni necessarie ed indispensabili allo scopo.

A mio modesto parere è necessario preparare anche l’alunno (o gli alunni) in situazione di handicap, perché è chiaro che anche per loro non è semplice interagire con un pari, anziché col docente.

Superati questi due step l’affiancamento può partire, ma sempre sotto la stretta supervisione dell’insegnante di sostegno che dev’essere sempre pronto ad intervenire, data la particolarità della situazione, finchè non si instauri tra tutorante e tutorato quel rapporto di confidenza e collaborazione sufficiente per la reale efficacia e riuscita dell’operazione.

Con queste brevi note non si vuole certo né favorire né tantomeno criticare questa tecnica di apprendimento, ma è solo uno spunto per un approfondimento e riflessione su questo possibile metodo di inclusione e didattico.

a cura del Prof. Avv. Vincenzo Filiberti

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