Le strategie didattiche più innovative e meno utilizzate a scuola – prima parte
Negli ultimi anni si parla sempre più di didattica innovativa, al passo con la tecnologia e con le diverse correnti di pensiero di vari psicologi ma, purtroppo, la realtà è ben diversa: se entriamo dentro le aule ci accorgiamo presto che i processi di insegnamento non si sono molto evoluti.
Ad esempio, le lezioni di molti insegnanti avvengono ancora in maniera frontale con conseguente rapporto tra insegnante e alunni molto “limitato”, vige ancora una separazione netta di ruolo tra insegnante e studente ossia la loro comunicazione non è bidirezionale per cui il processo insegnamento-apprendimento risulta ancora “cristallizzato”.
Nonostante la recente introduzione della LIM (Lavagna Interattiva Multimediale) nelle aule, gli alunni lamentano ancora una certa pesantezza nello svolgimento delle lezioni e non si sentono parte attiva nelle lezioni che, teoricamente, dovrebbero essere co-costruite tra insegnanti e alunni in modo da coinvolgere tutta la classe e favorire l’apprendimento nei ragazzi.
Apprendimento, inclusione, relazione
Attualmente esistono delle strategie didattiche innovative che mirano a migliorare l’apprendimento e a favorire una vera e propria inclusione di tutta la classe nel corso delle lezioni ma, purtroppo, a causa della “cristallizzazione” del processo insegnamento-apprendimento; non sono ancora conosciute nelle scuole italiane.
Vediamo quali sono le nuove strategie didattiche innovative e in cosa consistono.
1. Learning by doing
Apprendimento attraverso il fare, l’operare e le azioni. Gli obiettivi di apprendimento si configurano sotto forma di “sapere come fare a”, piuttosto che di “conoscere che”; infatti in questo modo il soggetto prende coscienza del perché è necessario conoscere qualcosa e come una certa conoscenza può essere utilizzata.
Organizzare simulazioni in cui lo studente persegue un obiettivo concreto applicando ed utilizzando le conoscenze e le abilità per raggiungere l’obiettivo, purché sia un obiettivo che lo stimoli in modo tale da mettersi in gioco e creare una situazione ideale per l’integrazione delle nuove conoscenze.
La finalità è migliorare la strategia per imparare: dove l’imparare non è memorizzare ma, soprattutto, comprendere.
2. Role Playing
Il “Gioco di ruolo” è una tecnica che ha come scopo di far emergere non solo il ruolo, le norme comportamentali ma anche la persona con la sua creatività.
In un clima collaborativo, rilassato ed accogliente si organizza l’attività di role playing che si svolge in quattro fasi:
- Warming up: attraverso tecniche specifiche (sketch, scenette, interviste, discussioni, ecc…) si crea un clima sereno e proficuo;
- Azione: gli studenti sono chiamati ad immedesimarsi in ruoli diversi ed a ipotizzare soluzioni;
- Cooling off: si esce dai ruoli e dal gioco per riprendere le distanze;
- Analisi: si analizza, commenta e discute su ciò che è avvenuto.
Lo scopo è quello di potenziare la creatività individuale.
3. Outdoor Training
“Trasportarsi all’esterno” ossia venir fuori: all’interno dei gruppi di lavoro si cerca di sviluppare l’attitudine necessaria per lavorare in modo strategico, coinvolgendo gli studenti in ambienti e situazioni diverse da quelle quotidiane in modo tale da costringerli a pensare ed agire fuori dai normali schemi mentali e comportamentali.
Dopo aver presentato al gruppo delle “sfide” (problemi operativi di difficile soluzione) si analizzano le modalità con cui sono state affrontate, simulando un contesto lavorativo reale.
L’obiettivo è far emergere i punti di forza e di debolezza di ogni individuo e del gruppo, in un contesto privo di pressioni e di condizionamenti quotidiani.
Lo scopo è di affinare le strategie per imparare a risolvere problemi complessi utilizzando anche schemi operativi fuori dall’ordinario e potenziare l’autostima e la conoscenza di sé.
Continua a leggere la seconda parte dell’approfondimento: come funziona trova amici android
a cura del Prof. Avv. Vincenzo Filiberti