Scuola secondaria: settimana corta e caro energia

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In vista dell’avvio dell’anno scolastico 2022/23, sono molte le polemiche su come contrastare il caro energia. Una misura potrebbe essere introdurre la settimana corta in tutte le scuole secondarie.

Le polemiche

Nei giorni scorsi si ipotizzava di ridurre l’orario scolastico in presenza e dedicare almeno una giornata alle lezioni a distanza (DaD) o di ricorrere direttamente alla settimana corta. Questo ha scatenato non pochi dissensi.
Il sindacato Flc Cgil contesta la proposta, ritenendola errata per due ragioni: da una parte, riguarderebbe solo alcune scuole; dall’altra verrebbe meno la presenza dello studente nelle aule, che è un requisito essenziale.
Giuseppe Conte afferma che gli studenti hanno già patito una offerta formativa compromessa con occasioni sociali quasi azzerate. Ridurre le lezioni in presenza significherebbe perpetuare la condizione dei due anni precedenti, invece c’è bisogno di un ritorno alla piena normalità.
Infatti, alla luce della nota ministeriale del 28 agosto, non sarà data la possibilità agli studenti positivi al COVID-19 di partecipare alla didattica digitale integrata. Questo è un chiaro segnale di ripresa per il mondo scuola.

Quali misure saranno adottate?

Data l’intenzione del Ministro Bianchi di non ricorrere alla DaD, i singoli comuni stanno emanando ordinanze per ridurre il numero di giornate scolastiche presso la scuola secondaria.
La settimana corta garantirebbe un forte risparmio energetico dal venerdì pomeriggio al lunedì mattina nel periodo invernale. Non è d’accordo Lucia Azzolina che afferma: “Non possono pagare sempre i giovani”. Anche Antonello Giannelli, presidente dell’Associazione nazionale presidi, difende gli studenti e il loro diritto allo studio. Si potrebbero rimodellare i quadri orari scolastici, senza ridurre l’impegno didattico.

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