Scuola e diabete: indicazioni per gli insegnanti – seconda parte
Torniamo a parlare di alunni con diabete e delle piccole accortezze che i docenti dovrebbero mettere in atto per far sì che questi vivano al meglio le loro giornate a scuola.
Abbiamo già parlato nella prima parte della patologia e delle principali informazioni da conoscere sul diabete: ora esaminiamo diverse situazioni che potrebbero presentarsi durante le attività didattiche.
Diabete e socialità
In linea generale, per la maggior parte dei bambini, il diabete non rappresenta un ostacolo sociale nella prima età scolare.
La situazione cambia dopo la scuola elementare e nelle scuole superiori: molti studenti richiedono privacy o sono preoccupati del fatto che il diabete li renda “diversi”.
Il diabete può entrare nelle sindromi di isolamento o di percepita discriminazione che sono comuni nella pre-adolescenza e nell’adolescenza.
Sarà quindi la famiglia a dare le giuste indicazioni nell’informare gli insegnanti per agire nel rispetto della privacy dell’alunno.
Diabete e tecnologia
Molti diabetici utilizzano uno strumento chiamato microinfusore o pompa di insulina che infonde l’insulina direttamente sottocute, secondo uno schema prefissato.
Il microinfusore ha le dimensioni di uno smartphone ed è piuttosto resistente agli urti: può succedere che la cannula che lo collega alla sottocute possa staccarsi o occludersi a seguito di giochi, spintoni o esercizi fisici e l’alunno potrebbe avere la necessità di doverla sostituire.
Mangiare a scuola
Un bambino o ragazzo con diabete ha bisogno di mangiare come tutti noi e cioè in modo sano, moderato e variegato per cui non c’è bisogno di pasti speciali per lui.
Bisogna sapere che prima di un pasto principale (ad esempio il pranzo) il ragazzo con diabete deve sempre eseguire l’iniezione di insulina. Inoltre è importante che non vi siano ritardi o anticipi nell’inizio effettivo del pasto rispetto al momento dell’assunzione dell’insulina.
Può capitare che l’alunno non mangi il piatto che gli viene servito a mensa:
- se decide di non mangiare quando ormai ha già effettuato la sua dose abituale di insulina bisogna assicurarsi che non rinunci almeno ai carboidrati (pasta, riso, pane, patate) perché altrimenti può andare incontro ad un episodio di ipoglicemia;
- se dovesse rifiutare di mangiare la carne, il pesce o il prosciutto (proteine) non succede nulla perché non influiscono sulla glicemia;
- se però decide di rifiutarsi di mangiare la pasta allora sarà necessario proporgli di mangiare “in cambio” un panino o di bere un succo di frutta che in genere è gradito ed ha un’azione rapida.
Se questi rifiuti dovessero ripetersi allora sarà meglio parlarne coi genitori perché potrebbe essere necessario modificare la dose di insulina oppure spostarla dopo i pasti.
Può succedere che l’alunno, durante l’attività scolastica, senta la necessità di mangiare uno snack fuori pasto, perché magari sente di avere la glicemia bassa: in questo caso è opportuno lasciarlo fare in quanto serve a prevenire l’ipoglicemia.
Lo sport
L’alunno con diabete può fare esercizio fisico come tutti, anzi lo sport è fortemente consigliato.
È importante che l’alunno misuri la glicemia prima e dopo l’esercizio fisico: se la glicemia è bassa o molto alta l’alunno può chiedere di non svolgere alcuna attività.
Durante l’attività fisica è opportuno che il ragazzo abbia a disposizione alimenti contenenti zuccheri semplici.
Le visite d’istruzione
L’alunno diabetico ha il pieno diritto di partecipare alle visite d’istruzione a patto che abbia con sé tutto il necessario per la correzione di eventuali episodi di ipoglicemia, un lettore della glicemia e tutto l’occorrente per l’assunzione di insulina.
L’insegnante che lo accompagna dev’essere informato della terapia insulinica in atto, dei sintomi di ipoglicemia e delle modalità di correzione in modo da poter assistere l’alunno in caso di necessità.
Se il ragazzo è ben controllato e, soprattutto, è ben istruito non dovrebbero sorgere problemi durante la gita scolastica.
È importante, inoltre, che il ragazzo non salti i pasti e che i loro orari vengano ragionevolmente rispettati.
a cura del Prof. Avv. Vincenzo Filiberti