Riflessioni sulla fine dell’anno scolastico e consigli per il prossimo

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Non manca molto: qualche settimana di ferie ancora e il nuovo anno scolastico 2017/2018 sarà alle porte! Cosa possiamo aspettarci, quali novità o difficoltà i docenti dovranno affrontare nel nuovo anno?

I tempi

Questa volta le operazioni preliminari, organizzate dal MIUR, dovrebbero chiudersi in tempi adeguati, affinché l’anno scolastico possa partire con l’organico al completo.

Le domande di utilizzazioni e assegnazioni provvisorie per i docenti si concludono il 2 Agosto, inizierà poi la parte relativa alle nuove immissioni in ruolo; tuttavia sulle assegnazioni per il personale ATA non è ancora stata data la calendarizzazione e questo potrebbe rappresentare già un disagio. Dobbiamo considerare, inoltre, che molti docenti che hanno presentato domanda di mobilità, non hanno ottenuto le sedi scelte e resteranno, quindi, ancora in bilico, con la speranza di ottenere l’assegnazione: questo comporterà che probabilmente non tutti coloro che sono stati assegnati alle rispettive sedi prenderanno servizio il 1 Settembre, rimandando con domanda di aspettativa la presa effettiva per l’ovvia ragione di avere dei tempi organizzativi più congrui per prepararsi al
trasferimento dalla proprio città di residenza.

Sappiamo bene che la “Buona Scuola” ha immesso in ruolo una serie di docenti nella fase C con destinazioni lontane, sopratutto dal
sud verso il nord, rispetto ai propri abituali luoghi di dimora: la questione è ancora aperta, tamponata quest’anno con la possibilità di chiedere di essere utilizzati su posti di sostegno, pur non essendo provvisti dello specifico titolo, possibilità che per il prossimo
anno sembra essere remota.

Le classi di concorso

Un’altra questione aperta resta la carenza di docenti rispetto ad alcune classi di concorso, in primis fra tutte Matematica e Scienze: infatti, conclusasi la fase dei trasferimenti per il 2017-18, sono rimasti vacanti e disponibili 3.817 posti per questo insegnamento. Naturalmente anche queste cattedre sono maggiormente disponibili nelle regioni settentrionali, ma non potranno essere tutte coperte dalle immissioni in ruolo per mancanza di candidati sia nella metà riservata alle graduatorie di merito del concorso 2016, sia nel restante 50% previsto per le graduatorie ad esaurimento.

I capi di istituto dovranno provvedere, quindi, a nominare attingendo dalle nuove graduatorie di istituto di seconda e terza fascia. Tuttavia anche le operazioni per la definizione delle stesse stanno subendo dei rallentamenti: a causa del numero elevato di domande presentate, circa 700.000 su tutto il territorio nazionale; a causa del numero ridotto del personale amministrativo che opera nell’inserimento delle richieste a sistema; per non parlare delle difficoltà create dalla piattaforma che non è stata sempre in grado di reggere il numero elevato di utenti connessi, andando troppo spesso in tilt.

I problemi dell’Istruzione

È evidente che l’intero sistema Istruzione presenta delle falle:

  • la difficoltà di gestire l’eccessiva richiesta rispetto a delle discipline che non riescono ad assorbire tali numeri;
  • la carenza di aspiranti per classi di concorso che, al contrario, necessiterebbero di docenti titolati;
  •  il continuo taglio agli organici che ha come conseguenza, soprattutto nelle regioni del sud, quella di creare delle classi con un numero elevato di alunni e di non permettere l’istituzione di classi, pur in territori difficili, perché non si riesce a raggiungere la soglia minima di studenti prevista per l’autorizzazione della stessa;
  • la diversa distribuzione di posti sul territorio nazionale che costringe gli aspiranti docenti a trasferimenti inevitabili se vogliono ricoprire l’incarico.

Sovrapposto al taglio degli organici di questi ultimi anni, sia per quanto riguarda il personale docente che per quello ATA, c’è il contenuto della Legge di stabilità che limita fortemente le possibilità di sostituzione sopratutto per quest’ultimo: a Settembre attendiamo l’emanazione del decreto per il rinnovo delle graduatorie d’istituto per il personale ATA, ma rispetto a questa fase in cui di nuovo, e probabilmente in maggior numero rispetto ai docenti, si dovrà affrontare la mole di richieste pervenute, necessario prevedere che la possibilità di ottenere una supplenza breve per sostituzione è sensibilmente ridotta.

Qualche consiglio

Secondo noi chi sceglie di intraprendere una professione nel mondo della scuola deve programmare un percorso delineato già dall’inizio: considerarla una scelta di ripiego rispetto a situazioni disoccupazionali o di alternativa rispetto ad altri percorsi lavorativi intrapresi, fa correre il rischio di perdere anni alla ricerca del posto, di disperdere energie fisiche, e spesso economiche, che non portano al traguardo sperato. Definire un percorso significa:

  • informarsi già durante gli anni universitari di quali siano i crediti necessari per poter avere accesso al singolo insegnamento;
  • valutare le concrete necessità che ha il mondo della scuola rispetto alle singole discipline, cercando di
    privilegiare, pur nel rispetto delle proprie attitudini, dei percorsi di studio che possano dare la qualifica per poter insegnare quelle materie in cui c’è effettiva carenza di docenti;
  • progettare un percorso parallelo, rispetto agli studi universitari, per l’acquisizione di titoli specifici, soprattutto per quanto concerne le abilità linguistiche;
  • valutare l’opportunità di iniziare la propria carriera nelle province dove c’è maggiore disponibilità, a prescindere dalla vicinanza geografica delle stesse alla propria residenza.

Bisogna immaginare, per riformulare la nostra scuola, di riscoprire una vocazione verso questa importante e delicatissima professione che è l’insegnante, rendere una passione la voglia di imparare per poter insegnare agli altri.

di Fabiola Ortolano

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