Rientro dalle vacanze: didattica in presenza e sicurezza
Il tema del rientro a scuola dopo le vacanze di Natale tiene banco da qualche giorno e rischia di monopolizzare l’agenda politica del ministero dell’istruzione. Leggi qui
La priorità del Governo è la didattica in presenza, ma questa deve andare di pari passo con la sicurezza.
Se la curva dei contagi dovesse continuare a salire come ha fatto nell’ultimo mese, il Governo sarà costretto a prendere dei provvedimenti.
Il più probabile è tenere le scuole chiuse in tutta Italia fino al 10 gennaio (in molte regioni da calendario è già deciso che sarà così). Leggi anche questo articolo.
Ma c’è anche l’ipotesi di far fare il tampone a tutti gli studenti, o almeno a quelli non vaccinati, come una sorta di Green Pass scuola ma limitato al primo giorno di rientro.
L’esposizione dell’ex ministra dell’Istruzione
L’ex ministra dell’Istruzione Valeria Fedeli esprime la sua opinione: “Non sono d’accordo. Non fare andare a scuola i ragazzi non vaccinati significa fargli un doppio danno, punirli due volte. I minori non vaccinati subiscono infatti le conseguenze di una scelta genitoriale condizionata dalla paura. Attenzione che non diventi un atto di egoismo e di messa in pericolo della salute dei propri figli”.
“Ritengo che in questo momento per intensificare la campagna vaccinale si debba puntare su pediatri e genitori, parlando a madri e padri con chiarezza e nettezza sulla necessità di far vaccinare i propri figli – prosegue l’ex ministra dell’Istruzione, che nel corso del suo mandato ha lavorato alla costruzione di un obbligo vaccinale non lesivo del diritto alla scuola con l’ex ministra della Salute Beatrice Lorenzin – Non si possono escludere dalla frequentazione delle lezioni in presenza gruppi di studenti non vaccinati, dal momento che l’obbligo non c’è e dal momento che l’Esecutivo ha scelto la strada dell’invito alla vaccinazione”.
“Tra l’altro – conclude la Fedeli – nella stragrande maggioranza dei casi i ragazzi vogliono farsi vaccinare; il coinvolgimento e l’insistenza devono essere mirati dunque a far comprendere ai genitori il rischio di esporre i propri figli ad ammalarsi. È necessario attuare una chiamata alla responsabilità dei genitori verso i figli; la questione non va risolta escludendo dalla frequenza da scuola i non vaccinati, perché l’interesse formativo dei ragazzi deve essere centrale per il Paese”.