Rientro a scuola dopo le vacanze di Natale: le ipotesi al vaglio
Ancora poche ore e le scuole chiuderanno per le vacanze di Natale. Un sospiro di sollievo considerata la curva dei contagi in netto aumento. Ciò rischia di ripercuotersi adesso sulle famiglie in vista dei cenoni e dei pranzi previsti per le feste. Una situazione preoccupante che potrebbe poi deflagrare proprio in concomitanza con il rientro in classe.
Per questo si sta discutendo molto del ritorno a scuola a gennaio 2022. I presidi sono molto preoccupati e lanciano l’allarme. In particolare lo fa Cristina Costarelli, presidente dell’Associazione nazionale presidi del Lazio: “A Roma e nel Lazio oltre un migliaio di classi sono in quarantena. Il primo ciclo (400 istituti circa) è il più colpito, ci sono scuole con 12 classi in dad su una media generale di più o meno 4 classi in didattica a distanza per scuola. La salita è stata repentina nel mese di dicembre”.
Le possibilità sono due: prorogare di qualche giorno il rientro in classe egli alunni, (leggi anche qui) per capire chi è rimasto contagiato ed evitare che porti ulteriori rischi a scuola, oppure tamponare a tappeto tutti gli alunni: “Vediamo il rientro a gennaio con una certa preoccupazione. Potrebbero essere d’aiuto misure restrittive durante le festività o a gennaio conteremo i nuovi positivi delle vacanze di Natale; come anche la vaccinazione dei piccoli, se partirà estensivamente. Ma resta il problema dell’asintomaticità degli studenti vaccinati alle secondarie superiori. Al rientro, la struttura sanitaria o commissariale dovrebbe organizzare un controllo capillare, a tappeto di tutti gli alunni. Il 7 gennaio dovrebbe essere dedicato a questa indagine e con ingresso scaglionato in classe, solo ad esito di tampone negativo”.
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Cosa propone il ministro Bianchi
Ma c’è anche un’altra possibilità che si sta facendo strada per garantire sicurezza al mondo della scuola. Una soluzione estrema che il ministro Bianchi per il momento si sta limitando a valutare senza approvarla ne bocciarla: il green pass obbligatorio per gli studenti.
Continua la Costarelli: “Noi presidi siamo contrari all’obbligo di certificazione verde a scuola, perché lesivo del diritto allo studio. La misura preventiva del diffondersi dei contagi potrebbe essere il testing capillare condotto da Asl e struttura commissariale. Di quest’ultima però nel Lazio non abbiamo notizie. Per quanto riguarda l’attivazione del piano di supporto alle quarantene con il testing, che avrebbe dovuto gestire Figliuolo, infatti ad oggi non abbiamo ricevuto riscontri. Noi chiediamo da un anno il testing capillare, continuo e dettagliato. La struttura commissariale potrebbe intervenire in doppia funzione affiancando al già annunciato piano di supporto alle quarantene, l’effettuazione di tamponi continui, una volta a settimana, per individuare gli asintomatici”.