Rientro a scuola di gennaio: giorni decisivi per la data
Si decide in questi giorni la data del rientro a scuola dei ragazzi dopo le vacanze di Natale. Il calendario prevede il rientro tra il 7 gennaio e il 10. Ma in alcune Regioni si sta pensando di posticipare per consentire alla curva dei contagi di scendere.
Lo pensa ad esempio De Luca, presidente della Regione Campania, convinto della necessità di rimandare di qualche settimana il ritorno in classe degli studenti: “Nel quadro attuale di diffusione del contagio fra i giovanissimi, mi parrebbe una misura equilibrata e di grande utilità il semplice rinvio del ritorno a scuola. Prendere 20/30 giorni di respiro, consentirebbe di raffreddare il picco di contagio, che avrà a gennaio probabilmente un’altra spinta, e di sviluppare la più vasta campagna di vaccinazione possibile per la popolazione studentesca”.
La prospettiva non entusiasma il governatore campano. La priorità resta la sicurezza degli studenti, dei dipendenti della scuola e di tutte le famiglie che poi pagherebbero il costo di una curva dei contagi che si innalzerebbe ulteriormente: “Non sarebbe una misura ideale – dice – ma consentirebbe di riprendere a breve le lezioni in presenza con maggiore serenità per gli alunni, per le famiglie, per il personale scolastico”.
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L’opinione del Comitato Tecnico Scientifico
D’accordo con De Luca, anche se in maniera più moderata limitatamente al periodo di ritardo con cui i ragazzi dovrebbero tornare a scuola è il mondo scientifico. Consapevole della necessità della didattica in presenza, arrivano segnali di prudenza. Come conferma il parere del coordinatore del Comitato Tecnico Scientifico, Franco Locatelli: “La priorità è stata sempre quella di permettere le lezioni in presenza. Rimandare gli alunni a casa sarà l’ultima cosa che faremo, è un dovere nei confronti delle nuove generazioni. La scuola ha già sofferto troppo, terremo duro fino all’ultimo”.
Locatelli Crede che qualche giorno, sette al massimo, potrebbe bastare per mettere in sicurezza il mondo della scuola: “Al limite possiamo ragionare di una settimana, allungando però le lezioni a giugno, non dobbiamo privare i nostri ragazzi di un singolo giorno di scuola”.