RAV: chi deve compilarlo e a cosa serve

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Proprio in questo periodo, tra maggio e giugno, si provvede all’aggiornamento annuale del RAV, il Rapporto di Auto-Valutazione: ti spieghiamo di cosa si tratta, in cosa consiste e chi interessa.

Cos’è il RAV

Nell’idea che la scuola rispecchi una delle parti fondamentali per lo sviluppo di una società e di cittadini istruiti e consapevoli, l’attenzione alla valutazione dei punti di forza e delle criticità dei diversi istituti scolastici è diventata strategica: l’istruzione è un diritto primario per i bambini e ragazzi e le loro famiglie, e dovrebbe essere monitorato e migliorato costantemente.

Lo strumento del RAV, insieme al PdM e alle INVALSI, rientra proprio in questo orientamento del Ministero: il https://www.lavorareascuola.it/bakeca-donna-cerca-uomo-modena/(SNV), DPR n. 80/2013, legato all’entrata in vigore della sesto san giovanni incontri ha creato queste nuove procedure, fondando un vero e proprio sistema nuovo.

Come definito dal MIUR:

Si tratta di un Rapporto di Auto-Valutazione, composto da più dimensioni ed aperto alle integrazioni delle scuole, in grado di fornire una rappresentazione della scuola attraverso un’analisi del suo funzionamento e costituisce inoltre la base per individuare le priorità di sviluppo verso cui orientare il piano di miglioramento.

A compilare questo prospetto sono il Dirigente Scolastico e il cosiddetto Nucleo di Valutazione, un gruppo di docenti scelto: la direzione dovrebbe essere quella della collaborazione e del confronto tra le varie anime della scuola a disegnare un quadro completo di quella che è la condizione complessiva dell’istituzione.

Come viene compilato il RAV

In questa sorta di questionario, il mio ragazzo mi trova grassa grazie a delle credenziali inviate dal Ministero, si distinguono 5 sezioni:

  1. Contesto e risorse: si indicano i vincoli e le opportunità per migliorare i risultati degli studenti. In questo caso si tiene conto del contesto, appunto del territorio e delle istituzioni contingenti, per definire, autovalutandosi, quanto sia importante l’apporto educativo e formativo della zona.
  2. Esiti: qui vengono riportati i risultati scolastici degli alunni, sia quelli interni che quelli derivanti dalle prove INVALSI. Sono compresi anche i risultati a distanza e le competenze chiave di cittadinanza.
  3. Processi: in questa parte si entra nel vivo dell’offerta formativa, ma anche l’ambiente di apprendimento, l’inclusione e la differenziazione, il recupero e il potenziamento, la continuità, l’orientamento e soprattutto la leadership educativa del dirigente scolastico, le sue competenze manageriali, la valorizzazione delle risorse umane, la vocazione della scuola sul territorio e i rapporti con le famiglie. Bisogna scattare una vera e propria istantanea dell’istituto, partendo dai ragazzi, passando per il POF e arrivando alla gestione delle figure professionali.
    Questa è la Sezione più complessa, ma anche la più interessante, in cui dovrebbe esprimersi il ruolo del Nucleo di Valutazione che ha il dovere di rappresentare in modo chiaro e completo lo stato di salute dell’istituzione scolastica. Da questo punto parte, inoltre, il Piano di Miglioramento.
  4. Processo di autovalutazione: in questo passaggio ci si confronta con le autovalutazioni precedenti, in cui si delineano criticità, problemi e mancanze. Anche da qui dovrebbero partire le future azioni correttive.
  5. Individuazione delle priorità: si parla di ciò che, a partire dall’analisi fatta, si intende raggiungere da quel momenti in poi. Gli obiettivi “rappresentano una definizione operativa delle attività su cui si intende agire concretamente per raggiungere le priorità strategiche individuate. Essi costituiscono degli obiettivi operativi da raggiungere nel breve periodo (un anno scolastico) e riguardano una o più aree di processo”.  Quindi si va dal curriculum, progettazione e valutazione, ambiente di apprendimento, inclusione e differenziazione, fino alla continuità e orientamento strategico e organizzazione della scuola, sviluppo e valorizzazione delle risorse umane, integrazione con il territorio e rapporti con le famiglie.

Ogni sezione è divisa in Aree, in cui troviamo Indicatori e Descrittori, nonché l’indicazione delle Fonti di provenienza dei dati. Un lavoro davvero lungo e complesso.

L’importanza del RAV

Come abbiamo già detto il ruolo del RAV è quello di analizzare e valutare la situazione in cui si trova ogni istituzione scolastica, per darsi nuovi obiettivi a breve e lungo termine. Queste valutazioni saranno poi visibili, consultabili e confrontabili.

Appare quindi importantissimo far sì che venga fatta una scelta partecipativa e condivisa di stampo collegiale: coinvolgere tutte le componenti della comunità scolastica significa riuscire ad avere un’immagine unitaria e davvero completa della realtà, oltre che mettere a punto una strategia di sviluppo e miglioramento concordata e conosciuta da tutti.

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