Le questioni scottanti del settore scuola per il nuovo Governo
Ultime azioni della Ministra Fedeli e nuove incombenze per il neo-eletto Ministro: vediamo quali sono le questioni scottanti del comparto scuola.
Il pagamento degli arretrati
Attraverso l’emissione straordinaria di fine maggio, finalmente, la Ragioneria del Tesoro ha pagato al personale della scuola gli arretrati relativi al rinnovo del Contratto di Lavoro del comparto Istruzione e Ricerca per gli anni 2016-2018. L’ultimo aumento stipendiale, prima di questo firmato il 9 febbraio 2018, riguardava il periodo 2006-2009: 9 anni da allora sono passati, decisamente troppi!
Se pur vero che nel 2008 l’Europa, e l’Italia in particolare, sono state investite da una forte crisi economica, con la conseguenza che molti paesi dell’Unione Europea bloccarono le retribuzioni nel pubblico impiego, il nostro Paese ha insistito, però, con le scelte dei diversi governi che si sono susseguiti, nel permanere in questa situazione di stallo. Non dobbiamo dimenticare che ad aggravare questo periodo di mancato rinnovo, a differenza di altri settori pubblici, i dipendenti della scuola sono stati doppiamente colpiti anche attraverso il blocco degli scatti di anzianità di servizio. Con una pressante azione sindacale si è ottenuto il ripristino di questi ultimi che legittimamente vengono di nuovo salvaguardati.
Buona Scuola e nuove prospettive
Le revisioni alla legge 107/2015, cosiddetta “Buona Scuola”, non sono ancora completate, nonostante molti progressi siano stati fatti per eliminare alcune delle storture più evidenti.
Il Dirigente scolastico
Il neo eletto Presidente del Consiglio prof. Conte ha riferito in Parlamento dell’intenzione di modificare ulteriormente questa legge: si pensi alla funzione residuale che ormai ha la “chiamata diretta” da parte del Dirigente Scolastico, in quanto la maggioranza dei trasferimenti in fase provinciale avviene su scuola e solo nella fase interprovinciale assistiamo ancora al prevalere del trasferimento su ambito; inoltre gli stessi capi d’istituto evitano, nella maggioranza dei casi, di scegliere i docenti attraverso l’invio del curriculum, adeguandosi all’organico assegnato attraverso le nomine d’ufficio fatte dall’Ufficio Scolastico Provinciale competente.
I diplomati magistrali
Resta ancora aperta la questione dei diplomati magistrali ante 2001/2002 per la quale si attende un decreto che possa risolvere l’annoso contenzioso, trovando un canale di immissione in ruolo anche per questi docenti che, è stato ormai chiaramente definito, hanno i titoli abilitanti per poter insegnare nelle scuole primarie e dell’infanzia. Per costoro sarebbe ipotizzabile, data ormai la definitiva esclusione dalle GAE dopo la pronuncia della plenaria in sede di Consiglio di Stato, un canale d’accesso diretto, similmente ai laureati abilitati in Scienze della Formazione Primaria, per l’immissione in ruolo, senza l’obbligo di affrontare un nuovo concorso.
Il trasferimento al Nord
Altra querelle riguarda il forzato trasferimento dei docenti meridionali costretti, per esercitare la loro professione, a spostarsi in lontani luoghi del Nord; anche questa situazione dovrà essere affrontata dal nuovo Governo, per rendere più funzionale l’offerta formativa e in contemporanea ripristinare una possibilità di serenità lavorativa che tante volte influisce non soltanto sulle figure degli stessi docenti, ma coinvolge anche le loro famiglie. Trovare un equilibrio tra i posti disponibili per i docenti al nord dell’Italia e tra quelli al sud contribuirebbe a riportare i dati della disoccupazione, statisticamente penalizzanti per il meridione, a dei livelli più sostenibili, favorendo così una ripresa occupazionale del Mezzogiorno.
Infine dal prossimo cedolino del mese di giugno sarà effettivo l’aumento delle posizioni stipendiali, secondo le tabelle previste dal nuovo CCNL.
di Fabiola Ortolano