Didattica inclusiva: i Piani personalizzati e individualizzati per gli alunni con BES e DSA
Abbiamo parlato già del nuovo indirizzo della scuola, quello di una didattica inclusiva, che aiuti tutti gli studenti a raggiungere i risultati migliori e a valorizzare i propri talenti: il Piano didattico è uno degli strumenti centrali di questa strategia.
Una scuola che include
Nella bakeca incontri donne palermosi legge:
è sempre più urgente adottare una didattica che sia “denominatore comune” per tutti gli alunni e che non lasci indietro nessuno: una didattica inclusiva più che una didattica speciale.
Da qui parte un nuovo modo di insegnare, che non deve essere uniforme ma unico, valido per tutti, e deve tener conto della complessità della classe, dei disturbi presenti e degli strumenti più indicati e utili. In questa didattica trovano spazio le particolari attenzioni per gli allievi con BES e DSA, https://www.lavorareascuola.it/bakecaincontrii-napoli/, a cui abbiamo già dedicato spazio nel nostro portale.
Per ognuno di loro è importante creare, ideare e redigere un piano di lavoro con obiettivi raggiungibili, chiari e condivisi: il Piano Didattico Personalizzato.
Individualizzazione e Personalizzazione
Nelle Linee Guida associate al DM 5669/2011 vengono chiariti questi due concetti, centrali per la stesura di un piano didattico:
Più in generale – contestualizzandola nella situazione didattica dell’insegnamento in classe – l’azione formativa individualizzata pone obiettivi comuni per tutti i componenti del gruppoclasse, ma è concepita adattando le metodologie in funzione delle caratteristiche individuali dei discenti, con l’obiettivo di assicurare a tutti il conseguimento delle competenze fondamentali del curricolo, comportando quindi attenzione alle differenze individuali in rapporto a una pluralità di dimensioni. L’azione formativa personalizzata ha, in più, l’obiettivo di dare a ciascun alunno l’opportunità di sviluppare al meglio le proprie potenzialità e, quindi, può porsi obiettivi diversi per ciascun discente, essendo strettamente legata a quella specifica e unica persona dello studente a cui ci rivolgiamo.
Nella stessa Direttiva, si assegna al Consiglio di Classe e al team dei docenti il compito di:
elaborare un percorso individualizzato e personalizzato per alunni e studenti con Bisogni Educativi Speciali, anche attraverso la redazione di un Piano Didattico Personalizzato, individuale o anche riferito a tutti i bambini della classe con BES, ma articolato, che serva come strumento di lavoro in itinere per gli insegnanti e abbia la funzione di documentare alle famiglie le strategie di intervento programmate.
Il Piano Didattico Personalizzato (PDP) ha lo scopo quindi di definire, monitorare e documentare le strategie adottate dagli insegnanti e la sua compilazione diventa prescrittiva nel caso di DSA. Come si può leggere:
La scuola garantisce ed esplicita, nei confronti di alunni e studenti con DSA, interventi didattici individualizzati e personalizzati, anche attraverso la redazione di un Piano didattico personalizzato, con l’indicazione degli strumenti compensativi e delle misure dispensative adottate.
Come si redige un Piano Individualizzato e Personalizzato
Il documento viene redatto dal Consiglio di Classe, in accordo con le famiglie, con apposizione finale della firma di entrambi gli attori e sottoscrizione del Dirigente Scolastico: infine si provvederà all’inclusione negli atti della scuola.
Questa collaborazione indica la corresponsabilità educativa, e il DS diventa:
il garante delle opportunità formative offerte e dei servizi erogati, colui che attiva ogni possibile iniziativa affinché il diritto allo studio di tutti e di ciascuno si realizzi.
Secondo le indicazioni delle Linee Guida, nel caso di DSA, il documento deve contenere:
- dati anagrafici dell’alunno;
- tipologia di disturbo;
- attività didattiche individualizzate;
- attività didattiche personalizzate;
- strumenti compensativi utilizzati;
- misure dispensative adottate;
- forme di verifica e valutazione personalizzate.
Quando ci si trova davanti a un alunno con BES, invece, non ci sono definizioni specifiche dalla normativa, e viene lasciata ampia autonomia alla scuola, ma il documento dovrebbe ricalcare la struttura appena indicata.
Il Piano deve essere pronto entro il primo trimestre scolastico dopo la raccolta del materiale utile e delle richieste da parte della famiglia (documentazione diagnostica, segnalazione dei Servizi Sociali): il principio base è che l’anno scolastico dovrebbe partire con la giusta programmazione per tutti gli allievi.
Ma allo stesso tempo bisogna tenere a mente che il Piano è flessibile e dinamico, è uno strumento di lavoro da monitorare ed eventualmente modificare nel corso dell’anno, sempre attraverso una consultazione tra docenti, famiglia ed eventuali operatori socio-sanitari.
Continua a seguirci per approfondire le tematiche della didattica e dell’insegnamento.