Nuove regole Covid scuola: non piace la distinzione tra vaccinati e non

Le nuove regole sulla normativa Covid a scuola rischiano di provocare una spaccatura all’interno della maggioranza, per quel che concerne le decisioni del Ministero dell’Istruzione inerenti la gestione della pandemia nelle aule. Per approfondire incontri torino adulti:
Proprio quando sembrava che il ministro dell’Istruzione potesse riprendere con buone prospettive temporali il proprio lavoro, arriva una spaccatura tra lo stesso ministro e Barbara Floridia e Rossano Sasso.
Va detto che le decisioni del Ministro dell’istruzione sono in linea con quelle del Governo, mentre i due sottosegretari vanno verso una parte diversa.
Non è tanto la semplificazione delle procedure sulla quarantena e sulla gestione dei casi a dividere, quanto la distinzione fra studenti vaccinati e studenti non vaccinati.
Opinioni discordanti
Il Ministro Patrizio Bianchi ha spiegato che “introdurre l’opportunità per i vaccinati di restare a scuola e non per i non vaccinati non è assolutamente un tentativo di discriminazione da parte del governo”.
“E’ invece – secondo il Ministro dell’Istruzione – una indicazione di marcia per il riconoscimento di quelle famiglie che hanno fatto questa scelta. C’è la necessità di accelerare la disponibilità di dare a tutti i bimbi questa opportunità e ne ho già parlato con il commissario Figliuolo”.
Contrario il sottosegretario Rossano Sasso “La soluzione proposta dal ministro Speranza rappresenta una grave mancanza di rispetto nei confronti della scuola, luogo per eccellenza di accoglienza e inclusione. Negare un diritto a qualcuno non rafforza di certo i diritti degli altri”.
Anche Barbara Floridia è contraria: “Non condivido infatti la differenza di trattamento tra studenti vaccinati e non. La scuola è e deve rimanere luogo di inclusione. Penalizzare i più piccoli per le scelte compiute dai loro genitori è sbagliato”.
Proprio la rielezione di Sergio Mattarella come Presidente della Repubblica potrebbe aver spinto alcune forze politiche a forzare la mano in vista di una possibile campagna elettorale.