La matematica: amore e odio
La matematica affascina alcuni di noi, mentre respinge altri: da studente è stata sempre il mio incubo!
Equazioni, integrali, seni e coseni hanno costituito l’apice e la conclusione del mio rapporto scolastico con la matematica.
Solo molti anni dopo ho iniziato a rivalutare ed appassionarmi ai numeri aiutando i miei figli nei compiti e ora la vedo come un gioco affascinante e, allo stesso, complesso, in quanto impegna la mente e ti porta a perderti nel mondo fantastico dei numeri.
Mentre scrivo queste pagine rifletto sul perché la matematica sia così segmentante, polarizzante: o la si ama o la si odia.
La matematica e l’universo
Forse la matematica spaventa perché è un po’ la metafora della vita, della lotta invana ad incasellare l’enormità dell’universo in cui siamo catapultati.
È frutto dell’ingegno umano, della sua compulsiva necessità a scoprire, è il tentativo di appropriarsi dell’infinito.
La matematica spaventa perché è oggettiva, universale: richiede disciplina, concentrazione, attenzione e conoscenza di tutti i passaggi; perché se sbagli t’infili in un vicolo cieco e ti tocca iniziare da capo.
È insita nell’uomo e in ogni fenomeno dell’universo, tangibile e non, che ci circonda.
La matematica è circondata da un’aura quasi religiosa, eterna e ben lo sapevano i mistici ed i sapienti delle antiche civiltà.
Giacomo Leopardi, infatti, nello Zibaldone scrive:
Perciò la matematica, la quale misura quando il piacer nostro non vuol misura, definisce e circoscrive quando il piacere nostro non vuol confini […], analizza quando il piacer nostro non vuole analisi né cognizione esatta della cosa piacevole […], la matematica, dico, dev’essere necessariamente l’opposto del piacere.
Come possiamo notare, il grande poeta, con la sua immensa cultura, non amava la matematica bensì la intendeva come una sorta di “guastafeste”.
La poetessa polacca Wislava Szymborska, invece, la elogiava dicendo:
Non ho difficoltà a immaginare un’antologia dei più bei frammenti della poesia mondiale in cui trovasse posto anche il teorema di Pitagora: lì c’è una grazia che non a tutti i poeti è stata concessa.
Il fascino sottile del linguaggio matematico, cristallino, preciso e logico strega questa poetessa che, addirittura, arriva a dedicare una lunghissima poesia al famoso π, croce e delizia dei matematici ma anche degli studenti.
L’importanza della matematica
A mio avviso, la matematica, per quanto possa essere complicata ed odiosa, ha un ruolo fondamentale nella vita dell’uomo: senza di essa ora non potremmo conoscere tutte le meraviglie dell’universo come la medicina, la fisica, l’astronomia, l’ingegneria ecc.
Per concludere penso che la matematica, nella sua eterna lotta tra il misticismo ed il razionale, sia umana come noi e per questo meriti di essere rivalutata e (perché no?) amata.
a cura del Prof. Avv. Vincenzo Filiberti