Immissioni in ruolo 2022: come cambia il modo di diventare docenti
Il 2022 segnerà importanti novità nel sistema di immissione in ruolo docenti.
Non solo lo sblocco delle procedure concorsuali ordinarie (infanzia e primaria avviata a fine anno scorso e in via di conclusione in questo inizio di 2022, secondaria in partenza), la presentazione e riformulazione di diversi emendamenti cambia il modo di diventare insegnanti, fornendo nuove opportunità. Leggi questo articolo!
Le prossime immissioni in ruolo, secondo le stime del Governo, ammonteranno a circa 90 mila. Una parte sarà riservata a un nuovo concorso per i precari con 36 mesi di servizio, in partenza entro metà giugno.
Ci saranno poi le graduatorie di merito dell’ultimo concorso STEM, che verranno integrate per circa 2mila idonei.
Infine saranno utilizzate nuovamente quelle di prima fascia di sostegno delle supplenze (GPS) dove potrebbero inserirsi nuovi 22 mila specializzandi.
Insomma una serie di novità che dovrebbero consentire alla scuola italiana di presentarsi a settembre per quello che dovrebbe essere il primo anno scolastico del dopo Covid. Previsto un comparto docenti più nutrito e in grado di far fronte alle esigenze degli studenti.
C’è sempre in ballo la possibilità di utilizzare tutte le graduatorie di prima e seconda fascia senza vincoli delle GPS e di assumere tutti gli idonei dei concorsi banditi, adeguando l’organico di fatto all’organico di diritto.
Una soluzione potrebbe arrivare dalla decisione del ministro dell’istruzione Patrizio Bianchi di estendere agli attuali nuovi concorsi le nuove regole sulle graduatorie di merito, di consentire l’inserimento con riserva degli attuali specializzandi del TFA nelle GPS all’atto dell’aggiornamento (previsto in primavera) per consentirne l’immissione in ruolo (in estate), di prevedere nella riforma attuativa del PNRR entro il 2022 l’utilizzo del doppio canale di reclutamento per stabilizzare i precari e sconfiggere la supplentite.