Docenti in GAE: un’analisi giuridica e politica della situazione

Con questo articolo s’intende affrontare frontalmente e globalmente il problema delle GAE, le Graduatorie Ad Esaurimento.
Il sistema delle GAE
Istituite come sistema di reclutamento dei docenti sia per il tempo determinato che indeterminato, esse, col passare del tempo, si sono trasformate in una specie di gabbia, una specie di “parcheggio” dove tutti i docenti abilitati stazionavano in attesa della fatidica chiamata.
Tutto questo finchè non è intervenuta la giurisprudenza comunitaria a bloccare questo sistema e ad imporne la chiusura, cosa che però finora non è avvenuta.
Il sistema delle GAE, se si guarda con attenzione ai lavori parlamentari ed ai verbali relativi del Ministero, aveva una ragione di essere costituita dal fatto che il Ministero godeva di una lista di docenti in continuo aggiornamento, con un punteggio più elevato a seconda della maggiore o minore esperienza (e professionalità maturata); il problema si è creato laddove venivano immessi in ruolo pochissimi docenti rispetto ai posti disponibili (famosa discrasia tra organico di fatto e organico di diritto) e questo soprattutto per motivi di bilancio, creando di fatto un tappo che ingrossava a dismisura la lista, senza creare un vero e proprio ricambio perlomeno a livello di immissioni in ruolo.
Come risolvere la situazione?
Con la Legge n.107/2015 e successive il problema non si è risolto dato che non tutti i docenti hanno aderito al piano straordinario di assunzioni, voluto dal governo Renzi, e soprattutto si è aggravato per il fatto che molti docenti che non erano più inseriti in GAE hanno fatto ricorso alla giustizia amministrativa per essere reinseriti in via giudiziaria.
Molti hanno ottenuto questo tipo di provvedimento tanto che si è proposto di reinserirli tutti a semplice richiesta senza più necessità di intervento giudiziale.
Adesso il legislatore intende risolvere il problema con il nuovo sistema dei concorsi a cadenza programmata, nella speranza che i docenti rimasti in GAE vi aderiscano e così si potranno definitivamente chiuderle, ma è auspicabile che il nuovo governo trovi le risorse per un allineamento tra organico di fatto e organico di diritto, perché questo è l’unico modo per risolvere il problema e garantire un ricambio anche generazionale ordinato ed equilibrato.
a cura del Prof. Avv. Vincenzo Filiberti