Diplomati magistrali: cosa prevede l’emendamento approvato?

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È stato approvato l’emendamento al Decreto Dignità sulla problematica dei diplomati magistrali: vediamo cosa prevede e quali sono i commenti.

L’emendamento

Questo provvedimento nasce con una duplice funzione:

  1. la continuità didattica per il prossimo anno scolastico
  2. la questione dei diplomati magistrali e dei laureati in Scienze della Formazione Primaria.

Il risultato è stata l’approvazione di un iter che porterebbe al più grande licenziamento di massa di dipendenti pubblici mai visto in Italia.

Continuità didattica

Per quanto riguarda la prima parte le strade sono due:

  • i diplomati magistrali in ruolo con riserva, dopo l’esecuzione delle sentenze, vedranno i loro contratti a tempo indeterminato trasformarsi in supplenze che dureranno fino al termine dell’anno scolastico (30 giugno 2019)
  • i diplomati magistrali con incarico annuale (2018/2019), vedranno i loro contratti trasformarsi in supplenze che non potranno finire oltre il 30 giugno 2019.

Diplomati magistrali e laureati SFP

Per quanto riguarda invece la questione dei diplomati magistrali, è stata presentata la possibilità di tenere un concorso straordinario.

Chi può accedere?

Potranno accedere tutti coloro che sono in possesso di un diploma magistrale abilitante – ottenuto entro l’a.s. 2001/2002 – o di una Laurea in SFP, a condizione che negli ultimi 8 anni abbiano svolto almeno 2 annualità di servizio specifico (anche non continuative) su posto comune o sostegno. Per i posti di sostegno occorrerà anche il titolo di specializzazione.

Come vengono stilate le graduatorie?

Non si tratta di un concorso selettivo:

  • 70 punti saranno assegnati per titoli
  • 30 punti in base al colloquio orale su temi di tipo didattico-metodologico.

Come verranno fatte le assunzioni

Da questo concorso verranno fuori le graduatorie che parteciperanno al 50% delle assunzioni previste dalle graduatorie di merito dei concorsi, quindi insieme al concorso del 2016 (con priorità) e dei concorsi ordinari banditi ogni due anni.

I dubbi sull’emendamento

Il primo punto dibattuto riguarda i requisiti di accesso al concorso, che restringe il campo a chi, oltre al titolo, ha anche un requisito di servizio. Questa precisazione lascerebbe fuori migliaia di docenti: chi è entrato in GaE grazie a provvedimenti giurisdizionali e chi è stato inserito nella III fascia delle graduatorie di istituto senza ricorso ma non ha potuto maturare i 2 anni richiesti.

Altro punto controverso riguarda la posizione degli abilitati attraverso Pas e Tfa, non menzionati quindi fuori dalle Graduatorie a Esaurimento.

Infine l’Anief scongiura un’altra stagione di ricorsi, che andrebbe ad intaccare il principio stesso di continuità didattica. Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief e segretario confederale Cisal, ha dichiarato:

Il Parlamento non ha scelta: deve riaprire le GaE a tutti gli insegnanti abilitati, dalla primaria alla secondaria, sbloccando le immissioni in ruolo su tutti i posti vacanti, anche quelli nascosti in organico di fatto, oltre a quelli degli educatori che come per il personale Ata ancora una volta risultano danneggiati da un numero di assunzioni dimezzate.

Staremo a vedere i prossimi sviluppi di questa lunga questione.

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