Dimensionamento: le Regioni di centrosinistra impugnano i tagli alla scuola

Dopo Campania e Toscana, anche Puglia ed Emilia Romagna hanno deciso di impugnare alla Corte Costituzionale la norma sul dimensionamento che prevede l’accorpamento e la chiusura delle scuole con meno di 900 studenti iscritti.

Inserita nella Legge di Bilancio, la norma sul https://www.lavorareascuola.it/cerco-ragazza-in-affitto/ prevede tagli di sedi e organici a partire dal 2024/2025 ma con i primi effetti già dal prossimo anno.

Le fusioni sono concentrate nel Mezzogiorno, in particolare Campania, Sicilia, Calabria, Puglia, Sardegna, a causa del calo demografico e di una situazione preesistente più complessa ma che riguarda l’intero Paese.

Le Regioni del centrosinistra contro gli accorpamenti

La prima regione a muoversi è stata la Campania con il ricorso davanti alla Corte Costituzionale presentato da Vincenzo De Luca “Siamo i primi a farlo – ha sottolineato il governatore campano – speriamo che altre regioni del Mezzogiorno ci seguano”.

Anche la Giunta Toscana tre giorni fa ha deciso di proporre ricorso alla Corte Costituzionale contro quella norma della finanziaria, approvata nel mese di dicembre dal Governo, sugli accorpamenti scolastici.
“Questo significa che in Toscana gli accorpamenti portano a una riduzione del personale di circa 40 unità tra le figure di vertice, oltre che il personale e funzionari di alto livello nelle segreterie. E’ evidente che con 40 direttori in meno si vanno ad accorpare istituti”, ha spiegato il presidente della Toscana, Eugenio Giani.

La Regione Puglia chiederà alla Consulta, come già proposto da altre Regioni, “che sia dichiarata incostituzionale la norma statale che costringerebbe tra l’altro l’accorpamento di istituti scolastici sul territorio, causando disagi sia all’utenza che ai docenti” e in Puglia l’accorpamento di circa 60 dirigenze.

Dopo la Toscana si aggiungerà anche l’Emilia Romagna, Stefano Bonaccini, presidente della Regione Emilia Romagna, ha dichiarato che nei prossimi giorni impugnerà il provvedimento del Governo sui tagli alla scuola pubblica di fronte alla Corte Costituzionale.

Dimensionamento scolastico: un vero e proprio attacco alla scuola pubblica.

Le critiche più aspre arrivano dal Pd: “Le prime scelte del governo in materia di istruzione sono gravi e prefigurano un vero e proprio attacco alla scuola pubblica. In particolare, la norma sul dimensionamento scolastico determinerà, di fatto, la riduzione, non solo delle sedi, che verranno inevitabilmente accorpate, ma anche del contingente dei dirigenti scolastici e dei direttori dei servizi generali e amministrativi, che saranno quasi dimezzati rispetto ad oggi”, hanno dichiarato la capogruppo del Pd alla Camera Debora Serracchiani e la capogruppo in commissione Cultura Irene Manzi.

I sindacati di settore si sono detti nettamente contrari alla misura, definendola come tagli mascherati da dimensionamento scolastico.
Francesco Sinopoli, segretario Flc Cgil, ha sintetizzato: «Si scrive dimensionamento scolastico ma si chiamano tagli“.

 

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