Decreto precari: urgono interventi del Governo

Il presidente della Commissione Cultura al Senato, Mario Pittoni, ha avuto un confronto con il ministro dell’istruzione, Lorenzo Fioramonti, in Senato. Il senatore leghista ha sottolineato l’importanza del decreto precari, ritenuto molto diverso rispetto a quello concordato in precedenza con i sindacati.
Cosa manca nel decreto
A mancare soprattutto un “percorso specifico per il conseguimento dell’abilitazione all’insegnamento dedicato a docenti in possesso di adeguata esperienza professionale”. Il tutto è stato rimandato “a non si sa quando e senza possibilità d’accesso per chi ha insegnato nelle paritarie”.
Pittoni ha fatto notare in particolar modo l’assenza del PAS sostegno, corso di specializzazione per l’insegnamento di sostegno dedicato a coloro che sono in servizio, a qualunque titolo e legittimamente, su posti di sostegno nelle scuole di ogni ordine e grado, senza essere in possesso del titolo di specializzazione.
Manca anche un piano per l’emergenza delle scuole prive del Direttore dei servizi generali e amministrativi (DSGA), ignorando gli impegni presi con i DSGA facenti funzione e un impegno per il concorso riservato e quello ordinario per gli insegnanti di religione cattolica.
La questione dei diplomati magistrali
Secondo Pittoni, nel testo del decreto mancano disposizioni per risolvere il problema dei docenti di scuola primaria diplomati magistrali ante 2001/2002 “licenziati a seguito di giudizi definitivi, ma non compresi tra i partecipanti al concorso straordinario indetto nel 2018 in forza delle disposizioni contenute nel cosiddetto decreto dignità”.
L’unica forma possibile di tutela, a livello amministrativo, delle posizioni lavorative dei diplomati magistrali “è quella di garantire a coloro cui vengono risolti i contratti a tempo indeterminato l’immediato inserimento nelle graduatorie di istituto, acquisendone la domanda in tempo reale, provvedendo prontamente a valutarla e a emanare il relativo provvedimento di inserimento”.
Questo porta gli Uffici Scolastici Regionali a fare in modo che i presidi, presso i quali è in servizio il docente cui viene risolto il contratto, lo sollecitino a presentare la domanda di inserimento in graduatoria di istituto (sempre che abbia interesse a rimanere nella graduatoria della provincia dove si trova in ruolo).
La procedura – sottolinea il senatore Mario Pittoni – potrebbe portare in diversi casi all’individuazione dello stesso soggetto quale destinatario di contratto a tempo determinato sul medesimo posto per il quale è stato risolto il contratto a tempo indeterminato.