Coronavirus, occasione per riformare la scuola con classi da 15 alunni

L’emergenza Coronavirus potrebbe diventare, se sfruttata a dovere, la grande occasione per il mondo della scuola italiana di riformarsi profondamente, rifacendosi il look prendendo spunto da necessità contingenti che verranno a presentarsi a partire dal prossimo anno scolastico.
Archiviata la possibilità di un ritorno in classe per gli studenti in questo anno scolastico, con la sola decisione di consentire ai maturandi di svolgere l’esame in presenza, sia pur con tutte le precauzioni del caso, tutte le energie del Ministero si concentrano sull’organizzazione di ciò che sarà lo scenario a partire da settembre.
In questo senso, la proposta della ministra Azzolina di pianificare lezioni con il turn over (metà studenti in classe e metà a casa a turno), se da un lato non convince affatto sindacati e in generale mondo della scuola, dall’altro diventa un punto di partenza per una riforma sostanziale della scuola italiana.
Perchè, se mantenere classi di 24 alunni di cui la metà, a turno, a casa, diventa difficilmente gestibile e qualitativamente insoddisfacente (senza considerare l’annosa questione della difficoltà dei genitori di gestire i ragazzi, vedendosi costretti a restare a casa se i figli sono ancora piccoli), la soluzione più auspicabile sarebbe quella di realizzare classi effettive di 15 alunni al massimo.
Si otterrebbe così il doppio risultato di avere un naturale distanziamento sociale tra i ragazzi, che non affollerebbero le classi in ottica contagio, e una migliore qualità dell’insegnamento con una gestione ottimale da parte dei professori. Cosa che però richiederebbe un sostanzioso piano di assunzioni da parte del Mur, stimato dai sindacati nell’ordine di almeno 200mila assunzioni.
Ci auguriamo che gli sforzi fatti finora per rendere quanto più efficace l’insegnamento in questi tempi di emergenza, si traducano in sostanziali riforme utili a migliorare la scuola del prossimo futuro.