Avvio nuovo anno scolastico: oltre 150mila i posti ancora vacanti

Le attività sono ormai ripartite in tutte le scuole d’Italia ma non senza problemi e criticità, primo fra tutti la carenza di docenti che ha obbligato diversi dirigenti a mettere in atto strategie utili al fine di garantire una ripartenza dignitosa a tutte le classi.

Tra orari ridotti, lezioni a giorni alternati per le classi, docenti di religione impegnati a coprire cattedre di posto comune e docenti curricolari spostati sul sostegno, le scuole combattono una guerra lunga anni che non sembra avere facile risoluzione.

A lanciare l’allarme, come riportato da La Repubblica, sono i sindacati che stimano ad oltre 150mila il fabbisogno attuale di docenti in Italia.

Ad aggravare la situazione è il nuovo sistema delle Graduatorie Provinciali per le Sostituzioni che ha causato ulteriori ritardi e che potenzialmente causerà disagi anche nel corso dell’anno scolastico: a causa di errori e contenziosi, le nomine per le supplenze annuali accelerate dalle nuove modalità di convocazione potrebbero obbligare i docenti assunti a lasciare il posto durante l’anno a chi vincerà eventualmente i ricorsi sugli errori di valutazione delle posizioni in GPS.

Senza dimenticare che, come fa notare Annamaria Santoro della Flc-Cgil, che “le nomine in ruolo sono andate peggio dello scorso anno” per mancanza di insegnanti nelle graduatorie di merito e nelle GAE.

La pandemia in corso poi, non ha migliorato la situazione, anzi, ha costretto il Governo a stanziare quasi 2miliardi per garantire l’assunzione di docenti come “organico Covid”, supplenti precari con contratto annuale licenziabili in caso di lockdown.

Degli oltre 900mila docenti richiesti dalla macchina scolastica per il 2020/21, circa il 30% è da ricoprire tramite ricorso a personale precario e di questi, oltre 150mila sono ancora da assegnare.

Pino Turi della Uil Scuola, inoltre denuncia “Cifre al ribasso, penso saranno anche di più” perché vi è scarsa trasparenza sulle nomine fatte, il ministero resta infatti vago circa i dati sulle immissioni.

E la critica più dura arriva da Lena Gissi, segretaria della Cisl Scuola: “I disabili che tornano a casa perché non ci sono docenti è il segnale più grave” perché come sempre a pagare maggiormente i ritardi e le inefficienze sono le fasce più deboli della società e in questo caso della comunità scolastica.

Nonostante gli sforzi di dirigenti, personale docente e ATA, studenti e famiglie, l’Italia si dimostra incapace di rispondere al fabbisogno di supplenti e sono sempre più numerosi i dirigenti costretti a ricorrere ad assunzioni di precari candidati tramite domanda di messa a disposizione.

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