Le assenze per malattia: casi specifici e docenti inidonei

Nell’donna cerca uomo mestre venezia abbiamo esaminato le norme che regolano le assenze per malattia: riprendiamo l’argomento offrendo una panoramica di alcune situazioni specifiche che rientrano nella malattia.
L’assenza per gravi patologie
Il dipendente che usufruisce dell’assenza per malattia deve essere reperibile, per un’eventuale visita fiscale, nelle fasce orarie che vanno dalle 9,00 alle 13,00, in orario mattutino, e dalle 15,00 alle 18,00 nel pomeriggio, compresi i festivi; tuttavia sono esclusi dall’obbligo di rispettare questi orari di reperibilità i dipendenti che si assentano per problemi specifici. Parliamo di: gravi patologie che richiedano terapie salvavita, infortuni sul lavoro, malattie riconosciute per causa di servizio, stati patologici connessi alla situazione di invalidità riconosciuta.
Esaminiamo nel dettaglio cosa siano le gravi patologie: il Contratto di Lavoro della Scuola non riporta l’elenco di quelle malattie che possono essere definite gravi, per questo è necessario che la grave patologia sia certificata come tale data dalla ASL competente. Per ottenere questo riconoscimento devono sussistere due requisiti fondamentali:
- bisogna avere la certificazione che trattasi di patologia grave emessa da una ASL;
- si deve essere in possesso di un’ulteriore certificazione che precisi che il paziente deve sottoporsi a terapie salvavita o assimilabili, dagli effetti temporaneamente, e/o parzialmente, invalidanti.
Quest’ultima certificazione deve contenere il riferimento alle terapie da effettuare, alle modalità, ai tempi ed agli effetti che determinano per il dipendente la condizione di impossibilità di lavorare. Oltre a non essere soggette a visita fiscale, le assenze per grave patologia non rientrano nel computo dei giorni di assenza per malattia e sono sempre retribuite per intero.
Alcune particolari tutele sono, poi, previste per gli affetti da TBC e per i soggetti tossicodipendenti, così come previsto dal incontro matrimoniale emilia romagna: detto personale di ruolo, infatti, che intenda accedere ai programmi terapeutici e di riabilitazione, ha diritto alla conservazione del posto fino a un massimo di 3 anni. Ai fini normativi, economici e previdenziali, l’assenza è considerata come aspettativa senza assegni.
Le opportunità per i docenti inidonei
Vi è poi il caso del paziente sottoposto a visita collegiale per l’accertamento delle capacità lavorative:
- se l’esito della visita è quello di inidoneità in maniera permanente e assoluta a svolgere qualsiasi proficuo lavoro, l’Amministrazione può procedere alla risoluzione del rapporto di impiego, corrispondendo l’indennità sostitutiva di preavviso;
- se invece il lavoratore risulta inidoneo allo svolgimento della propria funzione, ma idoneo ad altre mansioni lavorative, questi può chiedere di essere collocato fuori ruolo e/o essere utilizzato in altri compiti, in base alla preparazione culturale e professionale.
L’utilizzazione è disposta dal Direttore dell’Ufficio Scolastico Regionale, in base a criteri definiti in contrattazione nazionale (https://www.lavorareascuola.it/bakecaincontrii-napoli/) e si concretizza con la sottoscrizione di un apposito contratto individuale di lavoro. Il docente in questione potrà svolgere, per esempio, funzioni tipiche del personale amministrativo oppure potrà essere destinato a compiti di gestione di archivi, di biblioteca o ad altre funzioni assimilabili. L’orario di lavoro sarà quello tipico dell’impiegato della Pubblica Amministrazione, cioè di 6 ore al giorno, di norma dalle 8,00 alle 14,00, per un totale di 36 ore settimanali; il luogo di lavoro potrà essere la stessa scuola di provenienza, un’altra scuola dove ci sia la disponibilità di un posto con simili caratteristiche.
Infine, il lavoratore inidoneo alla funzione docente, ma idoneo ad altre funzioni, può chiedere, attraverso l’Ufficio Scolastico Territoriale di competenza, di verificare se sia possibile l’utilizzazione presso Enti locali o uffici pubblici che necessitino di tale figura professionale.
di Fabiola Ortolano