Algoritmo supplenze: interrogazione parlamentare non fa ancora chiarezza

Si torna a parlare del famoso algoritmo che la scorsa estate ha gestito l’informatizzazione nomine supplenze e ha provocato, secondo molti precari, un caos nell’assegnazione degli incarichi generando ingiustizie per colpa di alcune falle nella sua composizione.

Il ministero sostiene, al contrario, che l’algoritmo ha funzionato alla perfezione e che se gli errori nell’assegnazione die posti in graduatorie ci sono stati, sono da attribuire unicamente alla non corretta compilazione delle domande da parte dei candidati.

Ora il tema torna in voga in virtù di una interrogazione parlamentare presentata dalla senatrice di Fratelli d’Italia, Tiziana Drago, che chiede delucidazioni sui presunti errori nel conferimento delle supplenze e negli incarichi a tempo determinato effettuati dall’algoritmo.

Per il ministero, la risposta non si discosta da quella fornita mesi addietro ogni qualvolta è stata sollevata la questione: “La procedura informatizzata utilizza un algoritmo che rispetta le garanzie tipiche del procedimento amministrativo, in quanto operante come modulo organizzativo e strumento procedimentale istruttorio. Ciò consente – oltre ad un rigoroso rispetto dell’efficienza ed economicità dell’azione amministrativa e del principio costituzionale del buon andamento ex articolo 97 della Costituzione – di garantire agli aspiranti la piena imparzialità nell’attribuzione degli incarichi”.

In effetti i dati in ordine a punteggi, posti e preferenze forniti all’algoritmo dalle Graduatorie provinciali delle supplenze (c.d. GPS), hanno riportato punteggi errati o numero di posti da attribuire non corrispondenti alle effettive disponibilità”.

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