Aggressioni ai docenti, senza esclusioni di colpi
A scuola le aggressioni ai docenti sono ormai all’ordine del giorno: non solo di tipo verbale ma anche fisiche con colpi di gomma, lanci di zaini, il tutto fedelmente ripreso dalle telecamere dei telefonini. Da non dimenticare, poi, che le immagini e i video catturati illegalmente possono essere oggetto di inattese “sfide social” e quindi diventare di dominio pubblico.
L’impatto dei social
Ragazzi curvi sui telefonini mentre si incontrano con gli amici, non c’è da stupirsi che a scuola si perpetui questo comportamento distratto e, per molti versi, addirittura asociale, come sostiene lo psichiatra Paolo Crepet.
Considerando che la comunicazione tra ragazzi avviene per la maggior parte dietro uno schermo, che valore hanno i social quando diventano mezzi per promuovere comportamenti diseducativi? Del resto l’educazione degli alunni non dovrebbe dipendere dall’uso di internet, sebbene il baby-sitting virtuale inizi già durante l’infanzia.
Le aggressioni a scuola
Tra le mura scolastiche, pertanto, si consumerebbero aggressioni non solo tra compagni, con evidenti atti di bullismo, ma anche verso gli insegnanti. Gli agenti causali sarebbero sia gli alunni sia i genitori o loro parenti. Risale a dicembre l’aggressione subita da un professore nel cortile di una scuola in provincia di Ferrara: il patrigno della studentessa è intervenuto con un pugno in viso a seguito di una lite tra il docente e l’alunna.
Anche le aggressioni verbali pesano. Che dire del docente di Modena colpito da un malore a seguito dello scontro verbale con due studentesse beccate a fumare? Questi, ed altri episodi di violenza costellano oramai la cronaca scolastica.
Il dibattito
Da queste cocenti vicissitudini è nato un dibattito politico e sociale non indifferente, che mira a trovare un colpevole. Si, perché dietro la nota disciplinare redatta dall’insegnante si celerebbero risvolti psicologici da decifrare per evitare che fatti così irrispettosi avvengano di nuovo.
Da una parte sono nel mirino le famiglie, che mostrano spesso un atteggiamento accondiscendente nei confronti dei propri figli. I colpi di zaino alla docente nella scuola di Latina, tanto per fare un esempio, sarebbero stati del tutto accidentali, dato che i ragazzi prima del suono della campanella erano impegnati a spingersi l’uno contro l’altro.
D’altra parte si tirano in ballo le soft skills degli insegnanti. Luciana Littizzeto, pur riconoscendo la violenza della pistola ad aria maneggiata dai ragazzi, considera l’empatia da parte del docente un deterrente alla violenza. Non sono per niente d’accordo Rossano Sasso e Matteo Salvini che ironizzano sul commento della comica.
Risponde su twitter Giuseppe Valditara: <<Quando uno studente spara ad un insegnante non ci sono se e non ci sono ma. Educhiamo al rispetto sempre e comunque>>.
In una recente intervista a Radio24 il Ministro aveva già affermato che si sta cancellando la cultura del rispetto e che questa dovrebbe fortificarsi proprio nell’ambiente scolastico.
Il docente, infatti, oltre a vestire il ruolo di educatore, è un pubblico ufficiale e l’aggressione nei suoi confronti è un reato.
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