Abilitazioni all’estero per l’insegnamento, qualche chiarimento
Riprendiamo l’argomento, trattato nell’articolo sui modi per conseguire l’abilitazione, entrando nel merito della questione delle abilitazioni all’estero.
Ci si può abilitare in uno Stato straniero?
Sicuramente è possibile frequentare un corso abilitante presso le Istituzioni straniere, sia dei Paesi membri della UE che di quelli non facenti parte della stessa Unione Europea; è una scelta, tuttavia, che deve essere ponderata e valutata con attenzione, meglio se attraverso un esperto del settore, perché una volta conseguito il titolo, affinché sia spendibile in Italia, sarà necessario intraprendere un percorso per avere il riconoscimento del valore abilitante da parte del MIUR.
Facciamo un esempio: una disciplina in un paese straniero potrebbe non trovare esatta corrispondenza con le classi di concorso vigenti nel sistema istruzione italiano; oppure potrebbe essere stata affrontata sotto una prospettiva diversa rispetto ai contenuti.
Il riconoscimento del titolo in Italia
Lo stesso MIUR, attraverso una recentissima Nota del 3 novembre 2016, affronta l’argomento del riconoscimento dell’abilitazione per l’insegnamento conseguita all’estero, con lo scopo di chiarire il quadro sul tema, affermando che:
Il riconoscimento della professione docente avviene in attuazione del principio della libera circolazione delle professioni sulla base della reciproca fiducia tra i Paesi dell’Unione Europea. Ma non esiste un “riconoscimento automatico” dei titoli ottenuti all’estero. La Direttiva 2013/55/CE, recepita in Italia dal decreto legislativo numero 15 del 2016, prevede infatti la valutazione della formazione attraverso l’analisi comparata dei percorsi formativi previsti nei due Stati membri coinvolti.
La normativa vigente prevede, inoltre, che tutti gli esami del percorso abilitante, nonché il tirocinio, devono essere svolti nel Paese che rilascia il titolo abilitante e nella lingua di quel Paese. A questo punto il riconoscimento del titolo in Italia può essere richiesto solo per gli insegnamenti per i quali il docente si è legalmente abilitato nel Paese che ha rilasciato il titolo e può essere ottenuto a condizione che tali insegnamenti trovino corrispondenza nell’ordinamento scolastico italiano. Il MIUR, come atto finale, si pronuncerà sulla validità dell’abilitazione anche per l’Italia, solo dopo aver analizzato attentamente tutta la documentazione prodotta, nonché verificato la coesistenza dei presupposti giuridico-amministrativi.
I decreti di riconoscimento emessi sono pubblicati, infine, sul sito istituzionale dello stesso MIUR, secondo le regole della pubblicità degli atti amministrativi. A tal proposito è lo stesso Ministero di Via Trastevere che, nella nota del 3 novembre, precisa, in relazione ai dati circolati sulle abilitazioni in Romania:
…è priva di fondamento la notizia relativa a 500 decreti emanati dal MIUR per il riconoscimento di titoli di abilitazione all’insegnamento conseguiti in quel Paese.Nel dettaglio, dal 2012 ad oggi sono state oggetto di valutazione e/o riconoscimento 170 istanze presentate da cittadini romeni che hanno svolto tutta la formazione nel loro paese d’origine e 3 istanze presentate da cittadini italiani, che non riguardano il sostegno, come da notizie circolate, che hanno svolto la formazione in Romania.
È utile dunque precisare che il MIUR non ha stipulato alcuna convenzione tra Università italiane e/o straniere, né con enti privati che a volte pubblicizzano, ingannevolmente, tali informazioni.
Per quanto su esposto, possiamo concludere che chi voglia intraprendere tale tipo di formazione straniera non può chiedere anticipatamente al MIUR garanzie sull’effettiva validità del titolo conseguito all’estero, piuttosto può essere utile rivolgersi al Ministero dell’istruzione del Paese presso il quale si valutadi conseguire il titolo, informandosi sul reale valore abilitante nellostesso Paese straniero. Soltanto dopo è possibile inoltrare la richiesta di riconoscimento in Italia.
di Fabiola Ortolano
https://www.lavorareascuola.it/donna-cerca-uomo-no-mercenaria-milano/