Legge e scuola: abilitazione all’insegnamento conseguita in Spagna

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Questa settimana il Prof. Avv. Vincenzo Filiberti ci parla del riconoscimento da parte del MIUR dell’abilitazione all’insegnamento conseguita in Spagna, argomento trattato nella annunci incontri a brescia.

Il caso abogados

Il lungo e complicato processo di unificazione europea è sempre stato, fin dall’inizio, pieno di insidie ed ostacoli, soprattutto a causa dei continui particolarismi ed egocentrismi che via via si sono presentati.

Questo è avvenuto anche e spesso nel campo della libertà di movimento delle persone, e più in generale dei lavoratori, che è una delle libertà e degli aspetti più caratterizzanti dell’Unione stessa; recentissima è la problematica relativa ai cosiddetti “abogados” ossia ai laureati in Giurisprudenza di tutta l’Europa comunitaria abilitati all’esercizio della professione di avvocato in Spagna, il che non ha comportato, come in teoria avrebbe dovuto, un automatico riconoscimento negli altri sistemi giuridici dei Paesi dell’Unione Europea.

La soluzione trovata in Italia è che questi ultimi possano esercitare ma chiaramente indicando il proprio titolo di “abogado” e non di “avvocato”.

Il settore scuola e l’Unione Europea

Analogamente dal punto di vista dell’istruzione si è dovuto affrontare il problema di tutti coloro che, in possesso di una laurea comunitaria, hanno conseguito l’apposito master abilitante all’insegnamento in Spagna il che, unitamente all’iscrizione nelle apposite liste, sarebbe stato di per sé sufficiente per essere inseriti nelle liste per il ruolo.

Il M.I.U.R. con la nota n. 2179 del 17/03/2017 ha chiarito la necessità, comunque, di superare l’apposito concorso nazionale per poter accedere a quelle liste. Tale nota, però, è stata portata all’attenzione della magistratura, la quale, in ossequio alla normativa comunitaria, ha precisato e puntualizzato che il master abilitante conseguito in Spagna è, invece, un titolo abilitante a tutti gli effetti anche se conseguito in un altro Paese comunitario ma, comunque, è pur sempre necessario il concorso per accedere al ruolo.

Anche questa volta, dunque, come già nel caso degli avvocati o “abogados”, la giurisprudenza è riuscita a far da tramite tra un principio
vagamente liberista ed un sistema amministrativo sorretto da una rigida impalcatura di natura sostanziale.

a cura del Prof. Avv. Vincenzo Filiberti

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