Abilitarsi all’insegnamento: problematiche e suggerimenti utili

L’abilitazione all’insegnamento rimane un argomento spinoso e poco chiaro per molti: vediamo, in questo articolo, cosa ci ha portati alle procedure attuali e come raggiungere l’obiettivo.

Abilitazione e concorsone

Dal 2015/2016 i concorsi a cattedra sono riservati solo agli aspiranti che siano già in possesso di specifica abilitazione. Non fu così per il “concorsone” bandito nel 2012, quando la partecipazione era consentita anche a coloro che erano in possesso del solo titolo di accesso, pur se non accompagnato dalla relativa abilitazione. Il superamento dello stesso, però, era finalizzato all’assunzione del personale risultato vincitore: pertanto, pur superando tutte le prove previste, al candidato non era riconosciuto il valore abilitante all’insegnamento a seguito delle approvazioni di graduatorie generali di merito, così come specificato nel bando di concorso all’art. 13 c. 3 – ribadito nelle note ministeriali prot. 4133 del 28/04/2014 e prot. 4148 del 29/04/2014 – ai sensi del quale l’abilitazione all’insegnamento viene conseguita solo dai vincitori del concorso all’atto dell’assunzione.

Si rende indispensabile un ulteriore passo a ritroso nel tempo, per delineare come si sia arrivati allo stato attuale delle cose: nel 1999 era stato bandito, a distanza di ben 13 anni dal “concorsone” 2012, l’ultimo concorso con valore abilitante per diventare docenti. Quest’ultimo non aveva il numero chiuso, né tantomeno limitazioni per la partecipazione che riguardavano l’abilitazione: si accedeva con titolo di accesso valido all’insegnamento e tutti coloro che superavano le prove venivano inseriti in una graduatoria dalla quale il MIUR attingeva per le assunzioni. Inoltre, i vincitori potevano inserirsi nelle graduatorie provinciali come docenti abilitati.

È chiaro ora perché, attualmente, il concorso non sia più una procedura che renda possibile l’acquisizione dell’abilitazione all’insegnamento, anzi il possesso della stessa è diventato requisito “sine qua non” per l’ammissione al concorso stesso.

Come è possibile, dunque, abilitarsi oggi per aprirsi una concreta strada verso la professione docente?

Resta aperta la questione dei PAS e del TFA.

Il decreto ministeriale n. 249 del 10 settembre 2010 stabilisce, infatti, il nuovo percorso per la formazione iniziale del personale docente, prevedendo l’attivazione, presso le Istituzioni Accademiche, di uno specifico corso universitario: il TFA (1500 ore, 60 CFU), volto ad ottenere l’abilitazione all’insegnamento. Questo Tirocinio Formativo Attivo si struttura in 3 gruppi di attività: didattica generale e didattica speciale; didattica delle discipline oggetto di insegnamento delle classi di concorso con laboratori e laboratori pedagogico-didattici; tirocinio a scuola. Al termine del percorso formativo si svolge la relazione finale e l’esame di abilitazione all’insegnamento.

I corsi TFA sono a numero chiuso (con test di accesso) e vengono istituiti con apposito decreto, dalle tempistiche variabili, nel quale sono stabiliti, a livello regionale, i posti disponibili per ciascuna classe di concorso. Prevedono il superamento di tre prove: un test preliminare predisposto a livello nazionale con domande a risposta chiusa (D.M. n. 312/2014 e D.M. n. 487/2014), una prova scritta ed una prova orale a cura delle Istituzioni Accademiche (D.M. n. 312/2014).

Esiste inoltre il PAS – Percorso Abilitante Speciale – per il quale non è previsto il numero chiuso, ma è necessario avere come requisito il servizio, con contratto a tempo determinato per almeno tre anni, nella disciplina in cui si intende abilitarsi.

Ha durata annuale, con frequenza obbligatoria, e si conclude con l’esame finale che permette di conseguire l’abilitazione.

La situazione normativa attuale, tuttavia, pone questi due percorsi abilitanti in una prospettiva incerta: il III ciclo del TFA è atteso da molti mesi, ma ad oggi, anche se dovrebbe essere imminente, la sua attivazione non può essere definita per data certa;  inoltre, la L. 107/2015 “Buona Scuola”, al comma 181, prevede, sulla formazione e sul reclutamento dei docenti, un nuovo sistema regolare di concorsi nazionali. La materia, però, rientra tra le deleghe previste al governo, pertanto sarà necessario restare ancora in attesa per comprendere se, nel frattempo che verrà emanata la legge delega, con la quale si disciplinerà l’argomento e si stabiliranno i suoi applicativi, sarà avviata una fase transitoria che preveda, appunto, l’avvio di un ultimo ciclo di TFA e, a seguito di questo, anche di un percorso PAS.

In attesa degli sviluppi e di questa stagnante situazione, cosa resta da fare a chi non vuole perdere ulteriore tempo e possibilità?

Si potrebbe ipotizzare di progettare un percorso di abilitazione da frequentare all’estero, ma anche su questo argomento si rendono necessarie delle puntualizzazioni.

Nel prossimo contributo parleremo proprio di questo: continua a seguirci per avere tutte le notizie e gli approfondimento sul mondo della scuola!

di Fabiola Ortolano

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